La Guida di Bologna

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La Guida di Bologna

Visite turistiche

Le oltre 600 arcate del portico, unico al mondo per la sua lunghezza di quasi quattro chilometri (3.796 m), collegano il santuario alla città e agevolano la processione che ogni anno dal 1433 conduce la bizantina Madonna con Bambino alla cattedrale durante la settimana dell'Ascensione. La sua realizzazione si avvia nel 1674.
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Sanctuary of the Madonna di San Luca
36 Via di San Luca
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Le oltre 600 arcate del portico, unico al mondo per la sua lunghezza di quasi quattro chilometri (3.796 m), collegano il santuario alla città e agevolano la processione che ogni anno dal 1433 conduce la bizantina Madonna con Bambino alla cattedrale durante la settimana dell'Ascensione. La sua realizzazione si avvia nel 1674.
Villa Spada è una villa settecentesca con annesso parco dall'estensione di sei ettari, costruita in stile neoclassico, che si trova a Bologna, in via Saragozza, all'angolo con via Casaglia. Sorge nella zona pedecollinare della città, e il suo parco è uno dei più frequentati di Bologna e del Quartiere Saragozza.Dal 1990 la villa ospita il Museo della tappezzeria (oggi Museo storico didattico della tappezzeria "Vittorio Zironi"), mentre nell'edificio antistante è presente la biblioteca del quartiere Saragozza, intitolata allo storico locale Oriano Tassinari.
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Villa Spada station
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Villa Spada è una villa settecentesca con annesso parco dall'estensione di sei ettari, costruita in stile neoclassico, che si trova a Bologna, in via Saragozza, all'angolo con via Casaglia. Sorge nella zona pedecollinare della città, e il suo parco è uno dei più frequentati di Bologna e del Quartiere Saragozza.Dal 1990 la villa ospita il Museo della tappezzeria (oggi Museo storico didattico della tappezzeria "Vittorio Zironi"), mentre nell'edificio antistante è presente la biblioteca del quartiere Saragozza, intitolata allo storico locale Oriano Tassinari.
Villa delle Rose è il suggestivo spazio che MAMbo dedica a esposizioni temporanee ed eventi realizzati in collaborazione con soggetti pubblici e privati. La Villa, caratterizzata dalla coreografica collocazione al centro del grande parco del quartiere Saragozza, è stata donata al Comune di Bologna nel 1916 dalla Contessa Nerina Armandi Avogli.
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Villa delle Rose
228 Via Saragozza
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Villa delle Rose è il suggestivo spazio che MAMbo dedica a esposizioni temporanee ed eventi realizzati in collaborazione con soggetti pubblici e privati. La Villa, caratterizzata dalla coreografica collocazione al centro del grande parco del quartiere Saragozza, è stata donata al Comune di Bologna nel 1916 dalla Contessa Nerina Armandi Avogli.
La piazza è chiusa ad ovest dal Palazzo Comunale (o d'Accursio), un monumentale complesso architettonico di origine trecentesca, attualmente sede del Comune di Bologna, delle Collezioni Comunali d'Arte e del Museo Morandi, che costeggia anche l'attigua Piazza del Nettuno, al centro della quale sorge la fontana omonima (detta anche del Gigante) realizzata nel 1565 dal Giambologna. A sud, di fronte al Palazzo del Podestà si eleva la facciata incompiuta della Basilica di San Petronio, un esempio di gotico italiano, iniziata sul finire del Trecento e mai terminata. Chiude infine a est il Palazzo dei Banchi, in realtà una semplice facciata eretta tra il 1565 e il 1568 su disegno di Giacomo Barozzi detto il Vignola, che sostituì elegantemente le povere costruzioni preesistenti che si affacciavano sulla piazza, rispettando gli sbocchi delle vecchie strade ivi confluenti. La prosecuzione del portico del Palazzo dei Banchi è il portico dell'Archiginnasio, sede medievale dell'Università di Bologna, ora una delle più fornite Biblioteche italiane ed europee; questo portico viene comunemente chiamato "il Pavaglione" (da una voce dialettale che significa "padiglione") e per secoli fu la sede dei commerci dei bachi da seta. La parte centrale della piazza è caratterizzata da una piattaforma pedonale, soprannominata "il crescentone", costruita nel 1934. Sul lato orientale, si notano alcuni danni visibili al crescentone. Si tratta dei danni provocati da un carrarmato statunitense il 21 aprile 1945, giorno della liberazione della città, che non sono mai stati restaurati perché considerati una vestigia storica. Piazza Maggiore è la più famosa e importante piazza di Bologna, situata nel centro della città. È anche una delle piazze più antiche d’Italia, risalente al XIII secolo. Piazza Maggiore è racchiusa all’interno di una maestosa composta da alcuni degli edifici più belli di Bologna: a ovest troviamo il Palazzo Comunale, risalente al ‘300, sede del Comune di Bologna e del Museo Morandi, che ospita in modo permanente le opere di Giorgio Morandi. A sud troviamo la Basilica di San Petronio, un pregevole esempio di gotico italiano. A est, infine, troviamo il Palazzo dei Banchi, la cui facciata risale al XVI secolo. Durante le serate del periodo estivo, Piazza Maggiore diventa sede della rassegna cinematografica di proiezioni all’aperto Sotto le Stelle del Cinema. Piazza Maggiore e il centro di Bologna si trovano all’interno della ZTL.
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Piazza Maggiore
Piazza Maggiore
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La piazza è chiusa ad ovest dal Palazzo Comunale (o d'Accursio), un monumentale complesso architettonico di origine trecentesca, attualmente sede del Comune di Bologna, delle Collezioni Comunali d'Arte e del Museo Morandi, che costeggia anche l'attigua Piazza del Nettuno, al centro della quale sorge la fontana omonima (detta anche del Gigante) realizzata nel 1565 dal Giambologna. A sud, di fronte al Palazzo del Podestà si eleva la facciata incompiuta della Basilica di San Petronio, un esempio di gotico italiano, iniziata sul finire del Trecento e mai terminata. Chiude infine a est il Palazzo dei Banchi, in realtà una semplice facciata eretta tra il 1565 e il 1568 su disegno di Giacomo Barozzi detto il Vignola, che sostituì elegantemente le povere costruzioni preesistenti che si affacciavano sulla piazza, rispettando gli sbocchi delle vecchie strade ivi confluenti. La prosecuzione del portico del Palazzo dei Banchi è il portico dell'Archiginnasio, sede medievale dell'Università di Bologna, ora una delle più fornite Biblioteche italiane ed europee; questo portico viene comunemente chiamato "il Pavaglione" (da una voce dialettale che significa "padiglione") e per secoli fu la sede dei commerci dei bachi da seta. La parte centrale della piazza è caratterizzata da una piattaforma pedonale, soprannominata "il crescentone", costruita nel 1934. Sul lato orientale, si notano alcuni danni visibili al crescentone. Si tratta dei danni provocati da un carrarmato statunitense il 21 aprile 1945, giorno della liberazione della città, che non sono mai stati restaurati perché considerati una vestigia storica. Piazza Maggiore è la più famosa e importante piazza di Bologna, situata nel centro della città. È anche una delle piazze più antiche d’Italia, risalente al XIII secolo. Piazza Maggiore è racchiusa all’interno di una maestosa composta da alcuni degli edifici più belli di Bologna: a ovest troviamo il Palazzo Comunale, risalente al ‘300, sede del Comune di Bologna e del Museo Morandi, che ospita in modo permanente le opere di Giorgio Morandi. A sud troviamo la Basilica di San Petronio, un pregevole esempio di gotico italiano. A est, infine, troviamo il Palazzo dei Banchi, la cui facciata risale al XVI secolo. Durante le serate del periodo estivo, Piazza Maggiore diventa sede della rassegna cinematografica di proiezioni all’aperto Sotto le Stelle del Cinema. Piazza Maggiore e il centro di Bologna si trovano all’interno della ZTL.
Opera realizzata da Niccolò dall'Arca. L'anno di realizzazione dell'opera e l'identità di chi la commissionò sono avvolti nel mistero, così come l'esatta disposizione delle statue. Le ipotesi di datazione più accreditate oscillano tra il 1463 e il 1490. Il gruppo venne ospitato a lungo nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e dagli anni novanta del XX secolo è tornata nella sua collocazione originale nella chiesa bolognese di Santa Maria della Vita, nella prima cappella a destra dell'altare.
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Santa Maria della Vita
8 Via Clavature
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Opera realizzata da Niccolò dall'Arca. L'anno di realizzazione dell'opera e l'identità di chi la commissionò sono avvolti nel mistero, così come l'esatta disposizione delle statue. Le ipotesi di datazione più accreditate oscillano tra il 1463 e il 1490. Il gruppo venne ospitato a lungo nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e dagli anni novanta del XX secolo è tornata nella sua collocazione originale nella chiesa bolognese di Santa Maria della Vita, nella prima cappella a destra dell'altare.
Il MAMbo è il Museo d’Arte Moderna di Bologna. Con i suoi 9.500 mq dedicati alla cultura visiva e alla sperimentazione, la sede dell'ex forno del pane si qualifica come centro di produzione e laboratorio critico della cultura contemporanea interdisciplinare. La Collezione Permanente del museo ripercorre la storia dell'arte italiana dal secondo dopoguerra a oggi vista attraverso l'esperienza dell'ex Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Attraverso un costante incremento del patrimonio garantito da restauri, nuove acquisizioni, donazioni e prestiti in comodato, la Collezione continua ad essere oggetto di ricerca e rinnovamento. Da ottobre 2012 il percorso espositivo si articola in nove aree tematiche che documentano alcuni tra gli aspetti più innovativi della pratica artistica dalla seconda metà del Novecento fino a oggi: Arte e ideologia; 1977 – Arte e Azione; 1968. I – Nuove Prospettive; 1968. II - Arte Povera e dintorni; Forma 1; L'Informale; Arcangeli, l'Ultimo Naturalismo; Focus on Contemporary Italian Art e Nuove acquisizioni. Il MAMbo è la sede principale dell'Istituzione Galleria d'Arte Moderna di Bologna, che comprende anche Museo Morandi e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Villa delle Rose e Residenza per artisti Sandra Natali. Da novembre 2012 la sede di MAMbo ospita temporaneamente anche le collezioni del Museo Morandi. Il nuovo progetto espositivo analizza i temi e le stagioni che hanno caratterizzato l'attività di Giorgio Morandi e offre una rilettura del suo percorso anche attraverso i lavori di autori contemporanei che, in un inedito dialogo, enfatizzano l'importanza e la straordinaria attualità della sua ricerca. Il museo dedica a importanti artisti italiani e internazionali ampie mostre monografiche, in una prospettiva aperta alla ricerca e alla dialettica tra le opere e il contesto espositivo. La sua attività ha inaugurato il 5 maggio 2007 con “Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web”, a cura di Germano Celant con Gianfranco Maraniello: una mostra di metodo che ha inteso documentare gli sconfinamenti e le contaminazioni stilistiche e tecnologiche dalle avanguardie storiche ai giorni nostri. Significative esposizioni hanno fatto seguito all’apertura, si pensi a quelle dedicate a Luigi Ontani, Jeroen de Rijke e Willem de Rooij, Giuseppe Penone, Giorgio Morandi (coprodotta con il Metropolitan Museum of Art di New York), Trisha Donnelly, Sarah Morris e Seth Price, Gilberto Zorio, Matthew Day Jackson, Marcel Broodthaers, Plamen Dejanoff.
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MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
14 Via Don Giovanni Minzoni
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Il MAMbo è il Museo d’Arte Moderna di Bologna. Con i suoi 9.500 mq dedicati alla cultura visiva e alla sperimentazione, la sede dell'ex forno del pane si qualifica come centro di produzione e laboratorio critico della cultura contemporanea interdisciplinare. La Collezione Permanente del museo ripercorre la storia dell'arte italiana dal secondo dopoguerra a oggi vista attraverso l'esperienza dell'ex Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Attraverso un costante incremento del patrimonio garantito da restauri, nuove acquisizioni, donazioni e prestiti in comodato, la Collezione continua ad essere oggetto di ricerca e rinnovamento. Da ottobre 2012 il percorso espositivo si articola in nove aree tematiche che documentano alcuni tra gli aspetti più innovativi della pratica artistica dalla seconda metà del Novecento fino a oggi: Arte e ideologia; 1977 – Arte e Azione; 1968. I – Nuove Prospettive; 1968. II - Arte Povera e dintorni; Forma 1; L'Informale; Arcangeli, l'Ultimo Naturalismo; Focus on Contemporary Italian Art e Nuove acquisizioni. Il MAMbo è la sede principale dell'Istituzione Galleria d'Arte Moderna di Bologna, che comprende anche Museo Morandi e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Villa delle Rose e Residenza per artisti Sandra Natali. Da novembre 2012 la sede di MAMbo ospita temporaneamente anche le collezioni del Museo Morandi. Il nuovo progetto espositivo analizza i temi e le stagioni che hanno caratterizzato l'attività di Giorgio Morandi e offre una rilettura del suo percorso anche attraverso i lavori di autori contemporanei che, in un inedito dialogo, enfatizzano l'importanza e la straordinaria attualità della sua ricerca. Il museo dedica a importanti artisti italiani e internazionali ampie mostre monografiche, in una prospettiva aperta alla ricerca e alla dialettica tra le opere e il contesto espositivo. La sua attività ha inaugurato il 5 maggio 2007 con “Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web”, a cura di Germano Celant con Gianfranco Maraniello: una mostra di metodo che ha inteso documentare gli sconfinamenti e le contaminazioni stilistiche e tecnologiche dalle avanguardie storiche ai giorni nostri. Significative esposizioni hanno fatto seguito all’apertura, si pensi a quelle dedicate a Luigi Ontani, Jeroen de Rijke e Willem de Rooij, Giuseppe Penone, Giorgio Morandi (coprodotta con il Metropolitan Museum of Art di New York), Trisha Donnelly, Sarah Morris e Seth Price, Gilberto Zorio, Matthew Day Jackson, Marcel Broodthaers, Plamen Dejanoff.
Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel quattrocentesco Palazzo Galvani fin dalla sua inaugurazione ufficiale, avvenuta il 25 settembre del 1881. Ospita le ricche collezioni archeologiche provenienti dall'antico Museo Universitario dalla donazione del pittore Pelagio Palagi e dagli scavi condotti a Bologna e territorio tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Il Museo si colloca tra le più importanti raccolte archeologiche italiane ed è soprattutto rappresentativo della storia locale, dalla preistoria all'età romana. La sua sezione etrusca è il punto di partenza per conoscere la civiltà dell'Etruria padana, che ebbe come capitale Bologna, l'etrusca Felsina. Le antiche collezioni conservano capolavori dell'arte greca e romana; di particolare rilievo è la raccolta di antichità egiziane, una delle più important
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Museo Civico Archeologico
2 Via dell'Archiginnasio
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Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel quattrocentesco Palazzo Galvani fin dalla sua inaugurazione ufficiale, avvenuta il 25 settembre del 1881. Ospita le ricche collezioni archeologiche provenienti dall'antico Museo Universitario dalla donazione del pittore Pelagio Palagi e dagli scavi condotti a Bologna e territorio tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Il Museo si colloca tra le più importanti raccolte archeologiche italiane ed è soprattutto rappresentativo della storia locale, dalla preistoria all'età romana. La sua sezione etrusca è il punto di partenza per conoscere la civiltà dell'Etruria padana, che ebbe come capitale Bologna, l'etrusca Felsina. Le antiche collezioni conservano capolavori dell'arte greca e romana; di particolare rilievo è la raccolta di antichità egiziane, una delle più important
Il palazzo è un esempio di architettura bolognese del XV secolo, acquisito successivamente dalla famiglia Fava (da qui il nome Ghisilardi-Fava). Alcune sale del museo hanno affreschi dei Carracci. Il museo contiene un ricco nucleo di monumenti sepolcrali - per lo più trecenteschi - dei dottori dello Studio bolognese, prodotti dalle botteghe di grandi lapicidi del tempo: Roso da Parma (sepolcro di Pietro Cerniti del 1338), Bettino da Bologna (sepolcro di Bonifacio Galluzzi del 1346), Jacopo Lanfrani (sepolcro di Giovanni d'Andrea del 1348), Il museo conserva inoltre opere di produzione longobarda (crocette in lamina d'oro), un acquamanile in bronzo di origine sassone, la statua di Bonifacio VIII in rame e legno (opera di Manno Bandini del 1301), il piviale proveniente dal convento della basilica di San Domenico, con Storie della vita di Cristo e della Vergine, rilevante esempio di opus anglicanum degli inizi del Trecento. Inoltre una raccolta di codici e libri testimonia la tradizione bolognese nella miniatura.
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Medieval Museum
4 Via Manzoni
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Il palazzo è un esempio di architettura bolognese del XV secolo, acquisito successivamente dalla famiglia Fava (da qui il nome Ghisilardi-Fava). Alcune sale del museo hanno affreschi dei Carracci. Il museo contiene un ricco nucleo di monumenti sepolcrali - per lo più trecenteschi - dei dottori dello Studio bolognese, prodotti dalle botteghe di grandi lapicidi del tempo: Roso da Parma (sepolcro di Pietro Cerniti del 1338), Bettino da Bologna (sepolcro di Bonifacio Galluzzi del 1346), Jacopo Lanfrani (sepolcro di Giovanni d'Andrea del 1348), Il museo conserva inoltre opere di produzione longobarda (crocette in lamina d'oro), un acquamanile in bronzo di origine sassone, la statua di Bonifacio VIII in rame e legno (opera di Manno Bandini del 1301), il piviale proveniente dal convento della basilica di San Domenico, con Storie della vita di Cristo e della Vergine, rilevante esempio di opus anglicanum degli inizi del Trecento. Inoltre una raccolta di codici e libri testimonia la tradizione bolognese nella miniatura.
È il complesso più singolare di Bologna, vero santuario cittadino e culla della fede dei padri. Le origini del complesso denominato anche “sette chiese” sono particolarmente controverse; alcuni attribuiscono la sua nascita al Santo Patrono di Bologna, a quel tempo vescovo della città, il quale nel 430 volle edificare un complesso da dividere poi in sette chiese che nel loro insieme avrebbero formato una ricostruzione simbolica dei luoghi della Passione di Cristo, come attesterebbe l'antica denominazione del complesso: 'Sacra Hierusalem'. Altre voci piuttosto accreditate invece la vedono elevata sempre da Petronio però sulle rovine di un tempio pagano preesistente, vicino al quale sarebbero state poi affiancate una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, accanto al sacello con le spoglie dei protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, riesumate da sant'Ambrogio nel 392, gli edifici eretti fra il X e il XIII secolo dai Benedettini. Sulla splendida piazza si affacciano i prospetti delle chiese del Crocifisso (a destra), del Calvario (al centro) e dei SS. Vitale e Agricola (a sinistra). La prima, di origini longobarde, racchiude la cripta del 1019 dell'Abate Martino e prende il nome dal crocifisso sospeso al centro attribuibile a Simone dei Crocifissi e preziose opere d'arte; la seconda, di forma rotonda, è dominata dalla riproduzione del Sepolcro di Cristo (secoli XII-XIV) entro cui in passato era custodita l'urna con le reliquie di San Petronio, attualmente conservate nella Basilica dedicata al Santo Patrono; la terza, di grande attrattiva per la sua struttura basilicale disadorna, racchiude gli antichi sarcofagi dei Santi Vitale e Agricola (interessanti i capitelli di varie fogge, provenienti da precedenti costruzioni di età romana e bizantina, e i resti di pavimenti musivi del VI secolo). Degno di attenzione anche il Cortile di Pilato con un bacile marmoreo donato da Liutprando e Ilprando, re dei Longobardi - che avevano in Santo Stefano il loro principale centro religioso - e la chiesa della Trinità, ristrutturata fra il sec. XII e il XIII, dove si ammira un pregevole Presepe in legno dipinto e dorato di Simone dei Crocifissi (sec. XIV). Di grande suggestione il chiostro benedettino a duplice loggiato (sec. X-XIII), una delle più superbe creazioni del romanico emiliano. Da visitare infine il Museo che conserva dipinti, sculture e altre opere d'arte di varie epoche.
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Osteria Le Sette Chiese
6b Via Borgonuovo
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È il complesso più singolare di Bologna, vero santuario cittadino e culla della fede dei padri. Le origini del complesso denominato anche “sette chiese” sono particolarmente controverse; alcuni attribuiscono la sua nascita al Santo Patrono di Bologna, a quel tempo vescovo della città, il quale nel 430 volle edificare un complesso da dividere poi in sette chiese che nel loro insieme avrebbero formato una ricostruzione simbolica dei luoghi della Passione di Cristo, come attesterebbe l'antica denominazione del complesso: 'Sacra Hierusalem'. Altre voci piuttosto accreditate invece la vedono elevata sempre da Petronio però sulle rovine di un tempio pagano preesistente, vicino al quale sarebbero state poi affiancate una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, accanto al sacello con le spoglie dei protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, riesumate da sant'Ambrogio nel 392, gli edifici eretti fra il X e il XIII secolo dai Benedettini. Sulla splendida piazza si affacciano i prospetti delle chiese del Crocifisso (a destra), del Calvario (al centro) e dei SS. Vitale e Agricola (a sinistra). La prima, di origini longobarde, racchiude la cripta del 1019 dell'Abate Martino e prende il nome dal crocifisso sospeso al centro attribuibile a Simone dei Crocifissi e preziose opere d'arte; la seconda, di forma rotonda, è dominata dalla riproduzione del Sepolcro di Cristo (secoli XII-XIV) entro cui in passato era custodita l'urna con le reliquie di San Petronio, attualmente conservate nella Basilica dedicata al Santo Patrono; la terza, di grande attrattiva per la sua struttura basilicale disadorna, racchiude gli antichi sarcofagi dei Santi Vitale e Agricola (interessanti i capitelli di varie fogge, provenienti da precedenti costruzioni di età romana e bizantina, e i resti di pavimenti musivi del VI secolo). Degno di attenzione anche il Cortile di Pilato con un bacile marmoreo donato da Liutprando e Ilprando, re dei Longobardi - che avevano in Santo Stefano il loro principale centro religioso - e la chiesa della Trinità, ristrutturata fra il sec. XII e il XIII, dove si ammira un pregevole Presepe in legno dipinto e dorato di Simone dei Crocifissi (sec. XIV). Di grande suggestione il chiostro benedettino a duplice loggiato (sec. X-XIII), una delle più superbe creazioni del romanico emiliano. Da visitare infine il Museo che conserva dipinti, sculture e altre opere d'arte di varie epoche.
Le torri di Bologna, strutture con funzione sia militare sia gentilizia di origine medievale, sono uno dei tratti più caratteristici della città. Tra il XII e il XIII secolo il numero delle torri innalzate nella città era molto grande: nel tempo di massima fioritura se ne contavano fino a 100, oggi ne sono sopravvissute 22,[1] le due torri più famose sono la Torre degli Asinelli e quella della Garisenda. Le ragioni per cui vennero innalzate tante torri non sono ancora chiare, ma si pensa che le famiglie più ricche, nel periodo di lotta per le investiture filo-imperiali e filo-papali, le utilizzassero come strumento di offesa e/o di difesa e come simbolo di potere. Una destinazione prevalentemente abitativa (ma allo stesso tempo difensiva) ebbero invece le cosiddette case-torri, di altezza mediamente più ridotta, dotate di più aperture, di una pianta spesso rettangolare e di mura meno spesse. Oltre alle torri e alle case-torri, sono ancora visibili alcuni "torresotti", fortificazioni innalzate in corrispondenza delle porte della seconda cerchia di mura del XII secolo (mura dei Torresotti o del Mille), che fu quasi completamente abbattuta. Nel corso del XIII secolo molte torri furono mozzate o demolite, altre crollarono. In epoche successive furono utilizzate in diversi modi: carceri, torri civiche, negozi, abitazioni. Le ultime demolizioni avvennero nel XX secolo insieme alla cerchia di mura del XIV secolo, secondo un ambizioso e - con gli occhi di oggi - sciagurato piano di ristrutturazione urbanistica (le torri Artenisi e Riccadonna, che sorgevano nel Mercato di Mezzo nei pressi dell'Asinelli e della Garisenda, furono abbattute nel 1919, in precedenza (1918) era stata abbattuta la Conforti).
THE TWO TOWERS
52/3 Via Piero Gobetti
Le torri di Bologna, strutture con funzione sia militare sia gentilizia di origine medievale, sono uno dei tratti più caratteristici della città. Tra il XII e il XIII secolo il numero delle torri innalzate nella città era molto grande: nel tempo di massima fioritura se ne contavano fino a 100, oggi ne sono sopravvissute 22,[1] le due torri più famose sono la Torre degli Asinelli e quella della Garisenda. Le ragioni per cui vennero innalzate tante torri non sono ancora chiare, ma si pensa che le famiglie più ricche, nel periodo di lotta per le investiture filo-imperiali e filo-papali, le utilizzassero come strumento di offesa e/o di difesa e come simbolo di potere. Una destinazione prevalentemente abitativa (ma allo stesso tempo difensiva) ebbero invece le cosiddette case-torri, di altezza mediamente più ridotta, dotate di più aperture, di una pianta spesso rettangolare e di mura meno spesse. Oltre alle torri e alle case-torri, sono ancora visibili alcuni "torresotti", fortificazioni innalzate in corrispondenza delle porte della seconda cerchia di mura del XII secolo (mura dei Torresotti o del Mille), che fu quasi completamente abbattuta. Nel corso del XIII secolo molte torri furono mozzate o demolite, altre crollarono. In epoche successive furono utilizzate in diversi modi: carceri, torri civiche, negozi, abitazioni. Le ultime demolizioni avvennero nel XX secolo insieme alla cerchia di mura del XIV secolo, secondo un ambizioso e - con gli occhi di oggi - sciagurato piano di ristrutturazione urbanistica (le torri Artenisi e Riccadonna, che sorgevano nel Mercato di Mezzo nei pressi dell'Asinelli e della Garisenda, furono abbattute nel 1919, in precedenza (1918) era stata abbattuta la Conforti).
Il Campanile della Cattedrale di San Pietro misura 70 metri d’altezza e venne iniziato nel 1184 e concluso nel 1426 con una copertura a cuspide che ingloba il vecchio campanile paleoromanico del X secolo. Si trova affacciato su una delle vie più affollate della città, con esattezza in via Indipendenza 7. La campana del Campanile della Cattedrale di San Pietro La torre campanaria della Cattedrale di San Pietro ospita la campana detta “la nonna” del 1594, che ha un peso di 33 quintali. L’elevato peso del concerto a quattro campane provoca un’onda molto forte, per tale ragione talvolta “la nonna” viene lasciata puntellata con la bocca verso l’alto al termine dei doppi, e solo raramente si effettuano “scappate” e “calate” con tutte e quattro le campane, che richiedono una squadra di ben ventitré campanari.
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Campanile of St. Peter's Cathedral
2/4 Via Altabella
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Il Campanile della Cattedrale di San Pietro misura 70 metri d’altezza e venne iniziato nel 1184 e concluso nel 1426 con una copertura a cuspide che ingloba il vecchio campanile paleoromanico del X secolo. Si trova affacciato su una delle vie più affollate della città, con esattezza in via Indipendenza 7. La campana del Campanile della Cattedrale di San Pietro La torre campanaria della Cattedrale di San Pietro ospita la campana detta “la nonna” del 1594, che ha un peso di 33 quintali. L’elevato peso del concerto a quattro campane provoca un’onda molto forte, per tale ragione talvolta “la nonna” viene lasciata puntellata con la bocca verso l’alto al termine dei doppi, e solo raramente si effettuano “scappate” e “calate” con tutte e quattro le campane, che richiedono una squadra di ben ventitré campanari.